“Minchia Signor Tenente”: La Mafia in Chiave Agrodolce al Teatro Sala Umberto
Il Teatro Sala Umberto ospiterà, dal 22 al 24 maggio 2026, “Minchia Signor Tenente”, una commedia brillante e toccante scritta e diretta da Antonio Grosso. Lo spettacolo, con un cast che include lo stesso Antonio Grosso, Natale Russo, Gaspare Di Stefano, Francesco Nannarelli, Mariano Viggiano, Alessia D’Anna, Antonello Pascale, Franco Scascitelli, Rocco Piciulo e Adriano Aiello, affronta il delicato tema della mafia con un’ironia originale, che mira a far riflettere attraverso la risata.
La storia è ambientata in un piccolo paesino siciliano nel 1992, in una caserma dei Carabinieri situata su un cucuzzolo di montagna. Qui, un gruppo di militari, ognuno proveniente da una diversa regione italiana, affronta la quotidianità di un borgo in cui il “problema” più grande è un ladro di galline (in realtà, una volpe!).
Tra sfottò, paradossi, un “matto” che denuncia cose impossibili e situazioni personali complicate (uno dei militari è fidanzato con una ragazza del posto, cosa vietata dal regolamento), i ragazzi si sentono parte di un’unica, grande famiglia. L’arrivo di un tenente, però, destabilizzerà questa unione. “Minchia Signor Tenente” è una commedia che, negli ultimi vent’anni, ha saputo parlare di mafia in maniera totalmente ironica e originale, facendo sì che la risata porti alla riflessione e, soprattutto, a porsi con coraggio e leggerezza di fronte alle ingiustizie, affrontando la vita con uno sguardo dritto, senza mai voltarsi.
Nelle sue note di regia, Antonio Grosso si propone di rappresentare al meglio la quotidianità dei protagonisti, vittime di quell’Italia dei primi anni Novanta, segnata da eventi di morte e distruzione.
La comicità dello spettacolo è “esilarante, travolgente, originale e tradizionalista”, alternando momenti di leggerezza a riflessioni profonde sulla realtà della mafia, descritta come una “polvere” che, nonostante gli sforzi per eliminarla, ritorna e si annida nuovamente negli stessi luoghi.
Il titolo stesso, “Minchia Signor Tenente”, richiama un’espressione amara, detta tra i denti perché urlarla significherebbe insubordinazione, ma tacerla equivarrebbe ad arrendersi alle gerarchie oppressive e al male del mondo. Il tema della legalità è trattato dal punto di vista degli uomini che non fanno notizia, in un’ottica tragicomica, rappresentati nella loro quotidianità fatta di momenti belli e brutti, seriosi e divertenti, di amore e di passioni.
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