Roberto Latini Porta l’Antigone di Anouilh al Teatro Romano di Ostia: Un Dialogo Sull’Essere Umano
Il suggestivo scenario a cielo aperto del Teatro romano di Ostia si prepara ad accogliere il secondo appuntamento del TEATRO OSTIA ANTICA FESTIVAL – “Il senso del passato” con l’Antigone di Jean Anouilh, diretta e interpretata da Roberto Latini. Le repliche, in scena il 18 e 19 luglio 2025 alle ore 21:15, promettono un’intensa riflessione sul conflitto eterno tra legge e coscienza, una potente metafora di resistenza e un intimo dialogo sull’essere umano.
Jean Anouilh scrisse questa “Antigone” nella Francia occupata dai Nazisti, ispirandosi all’omonimo lavoro di Sofocle. Nella messa in scena di Latini, il mito eterno viene restituito nella sua profonda essenza, con un’anima che pulsa nel presente, sollevando la domanda “essere uomini o essere umani” oltre la retorica, trasformandola in un interrogativo condiviso tra platea e palco.
La tragedia si trasforma in una potente metafora della resistenza contro l’autorità, indagando l’eterno conflitto tra legge e coscienza. Antigone, figura archetipica che sfida i confini del tempo, diventa un simbolo universale di ribellione e un’indagine intima sull’esistenza. La regia di Latini crea un dialogo fluido tra attori e spettatori, dove la parola si fa corpo, gesto e riflessione collettiva, sovrapponendo identità e ruoli per esplorare la memoria e il presente.
Il regista-interprete Roberto Latini, che vestirà egli stesso i panni di Antigone, concepisce lo spettacolo come un “soliloquio a più voci”, una confessione intima e segreta che svela le contraddizioni umane in un confronto continuo tra ragione e giustizia, leggi umane e leggi morali.
Sul palco, un cast d’eccezione affiancherà Latini:
La produzione è a cura de La Fabbrica dell’Attore teatro Vascello e Teatro di Roma – Teatro Nazionale.
La regia esplora la natura archetipica del testo attraverso un suggestivo gioco di specchi tra Antigone e Creonte, dove l’uno è il riflesso dell’altro. Latini invita il pubblico a riflettere: “Siamo Antigone e Creonte insieme, o lo siamo già stati più volte?”. Questa scelta invita anche a interrogarsi sulla natura della legge rispetto alla vita stessa, lasciando aperta la questione fondamentale: “Le leggi devono regolare il vivere o la vita dovrebbe regolare le leggi che regolano la vita?”.
Nelle sue note di regia, Roberto Latini definisce la tragedia come “uno dei modelli archetipici che ci accompagnano a prescindere dalla nostra storia, cultura, religione, visione. È filosofia scesa intorno a noi, che ci cammina accanto, che ci chiede, che ci ascolta. È una delle prove del nostro essere umani”. Latini sottolinea come Anouilh non abbia riscritto le parole di Antigone, ma ne abbia scritto la voce, rendendola incredibilmente vicina a noi, capace di parlarci in tutte le lingue, facendoci comprendere ogni sfumatura.
“Siamo Antigone e Creonte insieme, o lo siamo già stati più volte, di più in certe fasi della vita e meno in altre e viceversa o in alternanza. Le leggi devono regolare il vivere o la vita dovrebbe regolare le leggi che regolano la vita?”, conclude Latini, invitando a una profonda riflessione sulla condizione umana.
Non perdete questa occasione per vivere un’esperienza teatrale intensa e meditativa nella magia del Teatro romano di Ostia.