Alessandro Haber in “Volevo Essere Marlon Brando”: Un Viaggio Intenso tra Ricordi e Sogni al Teatro Sala Umberto

Dal 18 al 23 novembre 2025, il palco del Teatro Sala Umberto di Roma ospiterà Alessandro Haber in “VOLEVO ESSERE MARLON BRANDO”. Tratto dall’autobiografia omonima scritta con Mirko Capozzoli, questo spettacolo promette di essere un racconto teatrale intenso e travolgente, a metà strada tra confessione e sogno, in cui Haber si mette a nudo. La drammaturgia e la regia sono firmate da Giancarlo Nicoletti.

Una Chiamata Inaspettata, Una Vita da Raccontare

Tutto ha inizio con una voce, una chiamata surreale e inaspettata che impone ad Alessandro Haber un conto alla rovescia: una settimana di tempo per fare ordine nella propria vita, nei ricordi e nei desideri, prima di un appuntamento inevitabile. Da questo spunto ironico, poetico e profondamente umano prende vita lo spettacolo, un mix avvolgente di realtà e immaginazione, ironia e malinconia.

In scena, un grande “camerino” dell’attore, zeppo di oggetti e ricordi, fa da sfondo a una presenza femminile enigmatica e sorprendente, che può essere un angelo, uno specchio o la coscienza stessa. La musica, con musicisti dal vivo e canzoni interpretate dallo stesso Haber, accompagna e amplifica le emozioni, diventando parte integrante della narrazione.

È un viaggio dentro un’esistenza vissuta senza filtri né compromessi: l’infanzia tra Tel Aviv e Verona, gli amori tormentati, gli amici di sempre, le cadute e le rinascite, il mestiere dell’attore vissuto come missione e destino. Un flusso continuo in cui la risata si intreccia alla commozione, il dramma abbraccia la leggerezza, e ogni parola nasconde una verità condivisa con chi guarda e ascolta.

Una Struttura Originale e Senza Filtri

“Volevo essere Marlon Brando” si sviluppa come un mosaico teatrale fluido e imprevedibile, dove i confini tra realtà e immaginazione si sfaldano continuamente. Storie, visioni, ricordi e invenzioni si intrecciano in una narrazione che procede come un flusso di coscienza in scena: vivo, ironico, toccante e profondamente umano.

Tra apparizioni misteriose, dialoghi improvvisi e sogni a occhi aperti, ogni elemento si trasforma, si contamina, si reinventa. Un gioco di teatro-nel-teatro in cui tutto può accadere: il palcoscenico diventa uno spazio mentale, affettivo, emotivo, in cui lo spettatore è chiamato a entrare, riconoscersi e lasciarsi attraversare.

Giancarlo Nicoletti firma una regia che esalta il carisma unico di Alessandro Haber, costruendogli attorno un racconto su misura: autentico, viscerale, a tratti spiazzante e senza filtri, ma sempre sincero. È un intreccio teatrale che non ha paura di osare, dove la parola si intreccia alla musica, la confessione al gioco scenico, la memoria al desiderio.

Il risultato è uno spettacolo libero e indomabile, proprio come il suo protagonista: un attore che si mette in gioco fino in fondo, senza schermi né protezioni, in un viaggio teatrale che è anche un atto d’amore per l’arte, per la vita e per il pubblico. Il finale? Non è una risposta, ma un punto di domanda lasciato aperto, come un sipario che si rifiuta di chiudersi del tutto.

Preparatevi a un’esperienza teatrale unica, un ritratto intimo e potente di uno dei volti più iconici del nostro cinema e teatro.

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