“Le cinque rose di Jennifer”: Geppy e Lorenzo Gleijeses portano in scena l’universo di Annibale Ruccello al Teatro India (5-9 marzo 2025)
Roma, preparatevi a un’immersione nell’universo teatrale di Annibale Ruccello! Dal 5 al 9 marzo 2025, il Teatro India ospiterà “Le cinque rose di Jennifer”, la pièce d’esordio del drammaturgo campano, interpretata da Geppy Gleijeses e Lorenzo Gleijeses.
Un viaggio nell’emarginazione
Tra solitudine ed emarginazione, Jennifer è un travestito che sopravvive ai margini dell’umanità desolata ritratta da Annibale Ruccello. Con l’interpretazione della coppia padre-figlio, Geppy Gleijeses e Lorenzo Gleijeses, le due protagoniste, Jennifer e Anna, approdano sul palcoscenico del Teatro India, per condurci nell’universo del drammaturgo campano che, dalla meraviglia di un’orrida quotidianità, ci proietta in una condizione espressionista di disperazione, inframezzata da attimi di euforia.
Un’interpretazione complessa e sfumata
Jennifer è un “travestito” degli anni ’80, che vive da sola nel “quartiere dei travestiti” a Napoli; mentre Anna, anche lei “travestito”, rasenta la follia, proiettando la sua solitudine sulla gatta. Il processo interpretativo non si sviluppa nello straniamento, ma è Jennifer che guarda se stessa, spogliandosi della condizione di travestito (e l’attore che la interpreta nello stesso istante si stacca da lei). Tuttavia, per lei non c’è vita oltre quel distacco, poiché quella sua finzione è la sua stessa verità.
Un tributo ad Annibale Ruccello
La pièce è il primo momento di un trittico di spettacoli che il Teatro di Roma dedica all’universo teatrale di Annibale Ruccello, rimpianta voce della drammaturgia partenopea, prematuramente scomparso in un incidente stradale nel 1986, ad appena 30 anni. Un’occasione unica per riscoprire il drammaturgo che, con il suo sguardo acuto e delicato sulle fragilità e la sua scrittura profondamente umana, ha segnato la scena teatrale del Novecento.
Un’esperienza teatrale intensa e commovente
“Le cinque rose di Jennifer” è uno spettacolo che invita alla riflessione, che emoziona e commuove. Un’occasione per immergersi in una storia di emarginazione e solitudine, per riscoprire il talento di un grande drammaturgo.